Settimana 14/2025 Rassegna Stampa

A. Energy Law

A1. Extra-profitti: il Gestore dei Servizi Energetici riapre i termini per la dichiarazione di esenzione
Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) ha annunciato la riapertura della finestra temporale per la presentazione della dichiarazione di esenzione relativa alla cosiddetta “norma extra-profitti”. Molti operatori avevano segnalato di non aver inviato la dichiarazione nei tempi previsti. Per questo motivo, sarà possibile inviare una segnalazione sul Portale Assistenza Clienti del GSE entro e non oltre il 24 aprile 2025. Gli interessati dovranno selezionare l’argomento “Presentazione richiesta” nell’area dedicata al servizio “Extra Profitti”, specificando il Codice CENSIMP dell’impianto e il periodo di riferimento. Successivamente, per chi avrà inviato la segnalazione nei tempi stabiliti, il GSE attiverà le funzionalità necessarie per consentire la presentazione della dichiarazione tra il 5 maggio e il 30 maggio 2025.
Una nuova opportunità, dunque, per gli operatori del settore che non avevano ancora adempiuto all’obbligo.
(Giovedì 3 aprile 2025, da www.italiasolare.eu)

A2. Parlamento: settimana decisiva per energia e ambiente
Alla Camera, l’attenzione è rivolta all’esame del D.L. “Bollette” e del decreto-legge PA, contemporaneamente, in Senato i riflettori sono puntati sull’audizione di Francesca Mariotti, indicata alla presidenza dell’Enea. L’attività parlamentare alla Camera si concentra sull’esame del D.L. “Bollette” n. 19/2025 in commissione Attività produttive, dove sono stati presentati oltre 300 emendamenti. La commissione Affari costituzionali e Lavoro prosegue invece l’analisi del D.L. PA n. 25/2025, per il quale sono stati depositati circa 900 emendamenti. La commissione Ambiente porterà avanti le audizioni ascoltando rappresentanti di Federesco e Ance nell’ambito dell’esame delle proposte di legge sulla Programmazione dell’edilizia residenziale pubblica. Inoltre, interrogazioni rivolte al Mase affronteranno il tema delle infrastrutture per la ricarica elettrica dei veicoli. L’esame del D.Lgs. sulla qualità delle acque destinate al consumo umano verrà discusso in commissione Affari sociali, in parallelo con il Senato. Al Senato riprende l’attività d’aula con la discussione del Ddl Interporti. Di grande rilievo è l’audizione di Francesca Mariotti in commissione Ambiente, passo fondamentale per la sua nomina alla presidenza dell’Enea. La commissione Ambiente, oltre all’esame del Ddl Protezione radiazioni ionizzanti, ha fissato al 15 aprile il termine per gli emendamenti sul provvedimento relativo all’intelligenza artificiale. Intanto, la commissione Politiche europee affronterà questioni cruciali legate allo stoccaggio del gas per la stagione invernale e alla rendicontazione societaria di sostenibilità.
Nelle commissioni bicamerali, si segnalano le audizioni in commissione d’inchiesta sulle attività illecite legate al ciclo dei rifiuti, con l’intervento del presidente di Iam, Alessandro Polizzotto, per fare il punto sulla gestione dei rifiuti in Sicilia. Con un’agenda densa di appuntamenti e decisioni strategiche, il Parlamento si prepara a un mese di aprile fondamentale per il futuro delle politiche energetiche e ambientali del Paese.
(Lunedì 31 marzo 2025, dalla Staffetta Quotidiana)

A3. Aggiornamenti Gestore dei Servizi Energetici: novità su scambio sul posto, cogenerazione e comunità energetiche
Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) ha annunciato una serie di aggiornamenti riguardanti il regime fiscale dello scambio sul posto, le richieste a consuntivo per la cogenerazione ad alto rendimento, il ristoro degli elementi Retee e Osstui e la proroga dello sportello PNRR per le Comunità Energetiche Rinnovabili e l’autoconsumo. Per quanto riguarda lo scambio sul posto, a partire dal 2024 il GSE trasmetterà all’Agenzia delle Entrate gli importi erogati alle persone fisiche relativi alla liquidazione delle eccedenze di produzione. Questi importi, classificati come redditi diversi, verranno automaticamente inseriti nella dichiarazione dei redditi precompilata. I titolari di contratto diversi dalle persone fisiche dovranno invece dichiarare autonomamente i valori indicati nel prospetto disponibile nell’Area Clienti del GSE. Sul fronte della cogenerazione ad alto rendimento, il 31 marzo è stato il termine ultimo per presentare le richieste a consuntivo di riconoscimento CAR e di accesso ai Certificati Bianchi CAR per la produzione del 2024. Per agevolare il processo, il GSE ha introdotto nuove funzionalità nel portale Ricoge e reso disponibile un simulatore per il calcolo degli indici energetici. Inoltre, è stata pubblicata una guida operativa che illustra le soluzioni ai problemi più comuni relativi ai guasti degli strumenti di misura. In merito al ristoro degli elementi Retee e Osstui, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) ha approvato il Regolamento operativo con la delibera 97/2025/R/com. Gli operatori interessati possono consultare il manuale specifico e le FAQ disponibili sul sito del GSE per ottenere ulteriori chiarimenti. Infine, per le Comunità Energetiche Rinnovabili e i gruppi di autoconsumatori, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha disposto la proroga dello sportello per la richiesta di contributi in conto capitale, finanziati dal PNRR, destinati agli impianti a fonti rinnovabili. La nuova scadenza per presentare le domande è fissata al 30 novembre 2025, salvo esaurimento anticipato delle risorse disponibili, pari a 2,2 miliardi di euro. Le richieste devono essere inviate esclusivamente tramite il Portale “Spc-Sistemi di Produzione e Consumo” nell’Area Clienti del GSE. Questi aggiornamenti segnano un passo importante nella gestione delle politiche energetiche e nell’implementazione delle direttive europee per la transizione ecologica e l’efficientamento energetico del Paese.
(Lunedì 31 marzo 2025, da www.quotidianoenergia.it)

A4. Microsoft rivede i piani per i data center
Microsoft sta ritirando diversi progetti di data center in tutto il mondo, segnale di una possibile revisione strategica nella costruzione di server farm destinate a sostenere l’intelligenza artificiale e il cloud. I piani coinvolgerebbero località come Indonesia, Regno Unito, Australia, Illinois, Dakota del Nord e Wisconsin. Le conseguenze economiche di questa decisione non sono trascurabili. Ad esempio, solo nei primi sei mesi di sviluppo del progetto in Wisconsin, Microsoft ha investito 262 milioni di dollari, di cui 40 milioni spesi esclusivamente per il cemento. Parte di questi costi dovrà ora essere ammortizzata, con un impatto significativo sui bilanci della compagnia. Resta da capire se il ritiro di questi progetti sia dovuto a una revisione delle previsioni di domanda o a difficoltà temporanee legate alla costruzione. Nel frattempo, altre aziende continuano a investire in modo massiccio: un recente esempio è il progetto da 10 miliardi di dollari per un data center alimentato a gas naturale in Pennsylvania. L’espansione dell’intelligenza artificiale ha già contribuito alla creazione di alcuni dei monopoli più influenti della storia, e Microsoft rimane un attore di primo piano in questo scenario. Con investimenti annuali nell’ordine delle decine di miliardi di dollari per l’infrastruttura dei data center, la strategia dell’azienda potrebbe influenzare significativamente il futuro del settore tecnologico globale.
(Giovedì 3 aprile 2025, da www.bloomberg.com)


B. Varie

B1. Contrattualistica
Il comodato precario: diritti e obblighi secondo la giurisprudenza

Secondo l’art. 1810 del Codice Civile, in assenza di un termine di durata, il comodante ha il diritto di richiedere la restituzione del bene in qualsiasi momento. Su questo tema si è recentemente espresso il Tribunale di Ivrea con la sentenza n. 204 del 5 febbraio 2025, che conferma l’orientamento consolidato della Cassazione. Diversamente dal comodato con durata determinata, in cui il comodante può chiedere la restituzione solo per un bisogno urgente e imprevisto, il comodato precario non impone alcuna limitazione al diritto di riprendere il bene. La giurisprudenza ha inoltre chiarito che la restituzione può essere richiesta tramite atto formale, escludendo la possibilità di richieste implicite o per fatti concludenti. Un aspetto di particolare interesse riguarda l’uso abitativo del bene. Se un immobile viene concesso in comodato a una famiglia, il comodante non può richiederne la restituzione fintanto che permangono le esigenze abitative, a meno che non sopraggiunga un bisogno imprevisto. Le Sezioni Unite della Cassazione hanno ribadito che, in caso di separazione coniugale, il coniuge affidatario dei figli può opporsi alla richiesta di rilascio, purché l’immobile sia stato destinato fin dall’inizio a uso familiare. Un ulteriore tema di rilievo riguarda le conseguenze del fallimento delle parti. In caso di fallimento del comodante, il comodatario è obbligato a restituire immediatamente il bene alla curatela. Se invece a fallire è il comodatario, la prosecuzione del rapporto dipende dalla decisione del curatore, che può optare per la continuazione dell’uso del bene nell’interesse della massa fallimentare. Questi principi giuridici confermano l’importanza della chiarezza nei contratti di comodato e la necessità di valutare attentamente gli interessi delle parti coinvolte. Il dibattito giurisprudenziale continua a offrire spunti di riflessione sulla corretta applicazione delle norme codicistiche, bilanciando i diritti del comodante e le esigenze del comodatario.
(Lunedì 31 marzo 2025, dal “Quotidiano Giuridico”)

B2. Società, Banca e Impresa
Cassazione: Il diritto del cliente alla documentazione bancaria

La Corte di Cassazione ha stabilito con l’ordinanza n. 8173/2025 che il cliente di un istituto bancario ha il diritto di ottenere la consegna di copia della documentazione relativa alle proprie operazioni finanziarie attraverso il procedimento per decreto ingiuntivo. Tale diritto, regolato dall’art. 119 del Testo Unico Bancario (TUB), viene riconosciuto come sostanziale e pienamente tutelabile in sede giurisdizionale. Il caso esaminato dalla Suprema Corte ha avuto origine dal ricorso presentato da una Società contro la decisione della Corte d’Appello di Roma, la quale aveva confermato la revoca di un decreto ingiuntivo emesso nei confronti di un istituto bancario. La motivazione della revoca era legata al fatto che la documentazione richiesta non fosse già formata e che, pertanto, la sua predisposizione non rientrasse tra gli obblighi immediatamente esigibili della banca. La Cassazione, invece, ha ribaltato tale orientamento, sottolineando che il diritto alla consegna della documentazione bancaria non può essere ridotto a un semplice obbligo di fare da parte della banca. Anche qualora fosse necessaria la formazione della copia dei documenti, questo non pregiudica il diritto del cliente a ottenerli. La Suprema Corte ha evidenziato che, nel contesto attuale, la documentazione bancaria è prevalentemente digitalizzata e che il diritto del cliente deve essere inteso come diritto ad accedere ai dati, indipendentemente dal supporto in cui essi sono conservati. Questa decisione rappresenta un importante chiarimento sulla tutela dei diritti dei clienti bancari, confermando che le banche sono tenute a garantire la consegna dei documenti richiesti senza ostacoli procedurali che ne compromettano l’effettività e ribadendo il principio secondo cui il cliente può avvalersi del decreto ingiuntivo per ottenere la documentazione bancaria lui spettante per legge.
(Martedì 1 aprile 2025, dal “Quotidiano Giuridico”)