Settimana 16/2025 Rassegna Stampa

A. Energy Law

A1. Il Tar annulla le Linee Guida del Lazio: stop alle limitazioni sulle rinnovabili nel viterbese

Il Tar del Lazio ha annullato le Linee Guida regionali che limitavano l’installazione di impianti fotovoltaici nella provincia di Viterbo. Con la sentenza n. 6969 dell’8 aprile 2025, la Terza Sezione del Tribunale ha accolto il ricorso presentato dalla BD Solar Acquapendente S.r.l., ribaltando un precedente pronunciamento contrario su un caso analogo. Le Linee Guida, approvate a maggio 2023 e prorogate fino a dicembre 2024 in attesa della Legge nazionale sulle aree idonee, prevedevano un tetto del 50% alle autorizzazioni per impianti rinnovabili da parte delle singole province laziali. Una misura che, di fatto, bloccava nuovi progetti nel viterbese, area leader a livello regionale per numero di impianti e autorizzazioni. Secondo il Tar, tali disposizioni costituivano “una moratoria” nei confronti dei procedimenti relativi a nuovi impianti FER (fonti energetiche rinnovabili) nella provincia di Viterbo. Di conseguenza, è stata annullata anche la delibera con cui la Regione Lazio aveva dichiarato irricevibile l’istanza di Paur per un progetto agrivoltaico da 8,4 MW ad Acquapendente. La decisione del Tar riapre quindi la strada allo sviluppo delle rinnovabili nella zona. Soddisfazione da parte di Gis, uno dei principali sviluppatori attivi nel viterbese, che rilancia la proposta di destinare almeno il 3% della superficie comunale agli impianti fotovoltaici e lo 0,3% a quelli eolici.

(Venerdì 11 aprile 2025, dalla Staffetta Quotidiana)

A2. Decreto Bollette: fiducia del Governo e numerose novità

È iniziato l’esame alla Camera del Decreto Legge Bollette n. 19/2025, accompagnato dalla questione di fiducia posta dal Governo. Il testo, ampiamente modificato durante l’esame in Commissione Attività produttive, introduce numerose novità in ambito energetico, a partire dal rafforzamento delle garanzie per la Csea nel recupero dei crediti e nuove misure a tutela dei clienti vulnerabili, tra cui la proroga del servizio di maggior tutela fino al 2027 e la non pignorabilità degli immobili in caso di morosità su bollette condominiali. Sul fronte imprese, il Decreto stanzia 600 milioni di euro per la transizione energetica nel settore industriale e prevede l’azzeramento temporaneo della componente Asos per alcune categorie di clienti non domestici. Cambiamenti importanti anche nella remunerazione dell’energia da fonti rinnovabili, con l’introduzione di contratti per differenza a due vie, gestiti dal GSE, attraverso aste pubbliche. Rilevanti anche le modifiche normative sull’autorizzazione e lo sviluppo degli impianti FER e di accumulo, incluse semplificazioni autorizzative, il coinvolgimento delle Regioni nei progetti offshore e un rafforzamento degli incentivi per gli interventi che aumentano la potenza degli impianti. Per le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), si amplia la platea dei soggetti partecipanti (tra cui i consorzi di bonifica) e si definiscono le condizioni per accedere agli incentivi. Infine, il provvedimento include novità fiscali, tra cui una revisione della tassazione dei fringe benefit relativi alle auto aziendali, e misure per garantire maggiore trasparenza e confrontabilità delle offerte energetiche. Il D.L. Bollette è ora atteso anche al Senato, con scadenza per la conversione in legge fissata al 29 aprile 2025.

(Lunedì 14 aprile 2025, da www.quotidianoenergia.it)

A3. Red III: nuove Linee Guida dell’Unione Europea

La Commissione Europea ha pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea del 15 aprile una comunicazione cruciale per l’attuazione della direttiva Red III, il nuovo aggiornamento del quadro normativo per la promozione dell’energia da fonti rinnovabili. Il documento fornisce chiarimenti sugli articoli relativi al riscaldamento, raffrescamento, teleriscaldamento e teleraffrescamento, con un focus particolare sui nuovi obblighi introdotti nei settori dell’edilizia e dell’industria. Tra i punti chiave figurano la definizione di “calore e freddo di scarto” e i nuovi criteri per il calcolo degli obiettivi nazionali. Il riscaldamento e il raffrescamento rappresentano circa il 50% dei consumi energetici dell’UE, ma la quota di energia rinnovabile impiegata in questi settori cresce ancora lentamente, soprattutto rispetto al comparto elettrico. Per questo, la Red III rafforza le disposizioni esistenti e introduce nuovi strumenti normativi per accelerare la decarbonizzazione. Gli Stati membri sono chiamati a recepire la direttiva entro il 21 maggio 2025.

(Martedì 15 aprile 2025, dalla Staffetta Quotidiana)

A4. ARERA: Via libera a più impianti connessi a un unico punto, anche con produttori diversi

Più impianti di produzione, anche appartenenti a produttori diversi, possono condividere un unico punto di connessione alla rete elettrica. Lo chiarisce l’ARERA (Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente) in risposta a quesiti sollevati dagli operatori in merito all’applicazione del Testo Integrato Connessioni Attive (TICA). Secondo l’Autorità, le responsabilità relative all’uso del punto di connessione possono essere definite nel regolamento di esercizio, che può essere sottoscritto da tutti i soggetti coinvolti o solo dal titolare del punto. Le eventuali violazioni ricadrebbero comunque sul responsabile diretto o sul titolare. In fase di richiesta di connessione, ai fini dell’individuazione della soluzione tecnica, è rilevante la potenza in immissione richiesta, e non la somma delle potenze nominali degli impianti connessi. Tuttavia, per il corrispettivo di connessione, si considera la potenza necessaria, calcolata come la differenza tra quella richiesta e quella già disponibile. ARERA sottolinea inoltre che non è possibile negare la connessione anche se la somma delle potenze degli impianti supera quella richiesta, a condizione che siano installati dispositivi per il contenimento della potenza immessa. In assenza di tali dispositivi, si applicano le disposizioni regolatorie previste dal TICA. Infine, ciascun impianto collegato a uno stesso punto verrà associato a una distinta Unità di Produzione (UP) nel sistema Gaudì, come previsto dal Codice di Rete di Terna. In presenza di limiti di potenza disponibili, Terna potrà adottare algoritmi per garantire il rispetto dei vincoli di rete.

(Martedì 15 aprile 2025, da www.quotidianoenergia.it)

A5. Lombardia: approvato il disegno di legge sulle aree idonee per le rinnovabili

La Giunta regionale della Lombardia ha approvato il disegno di legge sulle aree idonee per l’installazione di impianti da fonti rinnovabili, con l’obiettivo di 12 GW di nuova potenza installata entro il 2030. Il testo passerà ora all’esame del Consiglio regionale per la definitiva approvazione. La Regione ha effettuato una mappatura dettagliata del territorio, individuando aree compatibili con lo sviluppo delle rinnovabili, con particolare attenzione al fotovoltaico e all’agrivoltaico, considerate le tecnologie più accessibili per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione. La potenza sarà distribuita tra le province in modo equilibrato, tenendo conto di fattori economici, sociali e ambientali. Tra le province con i target più elevati: Brescia (1,89 GW), Pavia (1,70 GW), Milano (1,63 GW). La soglia totale fissata rappresenta anche un limite massimo, oltre il quale non sarà possibile realizzare nuovi impianti. L’approccio “equilibrato” adottato dalla Giunta: incentivare la produzione di energia pulita senza compromettere il suolo agricolo, fondamento dell’economia agroalimentare lombarda. Il piano prevede investimenti tra gli 11 e i 12 miliardi di euro, oltre a compensazioni territoriali ancora in fase di definizione. La transizione al prezzo zonale dell’energia, avvenuta il 1° gennaio 2025, rende ancora più urgente l’aumento della produzione rinnovabile per garantire competitività e stabilità dei prezzi.

(Mercoledì 16 aprile 2025, dalla Staffetta Quotidiana)


B. Varie

B1. Società, Banca e Impresa
La Cassazione su mutui a tasso variabile e piano di ammortamento “alla francese”

Con l’ordinanza n. 7382 del 19 marzo 2025, la Corte di Cassazione ha ribadito che anche nei mutui a tasso variabile con piano di ammortamento “alla francese” non si verifica alcuna capitalizzazione degli interessi, confermando la linea già tracciata dalla sentenza delle Sezioni Unite n. 15130/2024. Secondo la Suprema Corte, nel piano “alla francese” – in cui la rata è composta da una quota interessi decrescente e una quota capitale crescente – gli interessi sono sempre calcolati sul capitale residuo. Questo meccanismo esclude qualsiasi forma di anatocismo, ovvero il calcolo di interessi su interessi, a condizione che i pagamenti siano effettuati nei termini previsti. Particolarmente rilevante è il chiarimento in materia di trasparenza contrattuale: se il piano di ammortamento specifica chiaramente l’importo erogato, la durata del prestito, i tassi (TAN e TAEG), la periodicità delle rate e la suddivisione tra capitale e interessi, il contratto è da considerarsi pienamente trasparente. Anche in presenza di un tasso variabile, infatti, il mutuatario dispone di tutti gli elementi per comprendere gli obblighi assunti e valutare le condizioni economiche del finanziamento. La Cassazione ha inoltre ribadito che l’uso del termine “interesse composto” in ambito tecnico non implica anatocismo. La cosiddetta “capitalizzazione composta” è semplicemente una modalità di calcolo e non comporta la produzione di nuovi interessi su quelli già maturati. In definitiva, la giurisprudenza di legittimità ha ormai consolidato l’interpretazione secondo cui il piano di ammortamento “alla francese”, anche se applicato a mutui a tasso variabile, non viola i principi di trasparenza né le norme in materia di anatocismo.

(Lunedì 14 aprile 2025, dal “Quotidiano Giuridico”)

B2. Edilizia
Svolta storica del Consiglio di Stato: sì al fotovoltaico anche nei centri storici

Il passaggio alle energie rinnovabili è un interesse nazionale e, in quanto tale, prevale su valutazioni puramente estetiche: lo ha stabilito il Consiglio di Stato con la sentenza n. 2808 del 2 aprile 2025, segnando un punto di svolta decisivo per l’installazione di impianti fotovoltaici anche nei centri storici soggetti a vincoli paesaggistici. Il caso riguarda un edificio nel centro storico di Firenze, nelle vicinanze del sito Unesco “Ville e Giardini Medicei di Toscana”. Dopo il parere negativo della Soprintendenza e il diniego dell’autorizzazione paesaggistica da parte del Comune, i proprietari hanno presentato una nuova proposta progettuale, rispettosa delle indicazioni ricevute. Tuttavia, anche questa seconda istanza è stata respinta, portando alla pronuncia del Consiglio di Stato. Secondo i giudici, la Pubblica Amministrazione ha ignorato la nuova proposta, basando il diniego su valutazioni ormai superate e senza considerare l’effettivo impatto visivo del nuovo impianto. Inoltre, viene sottolineato come la transizione energetica imponga un cambio di paradigma: i pannelli fotovoltaici non possono più essere considerati un elemento “intrusivo” a priori. La sentenza ribadisce che la compatibilità paesaggistica va valutata caso per caso e che un divieto assoluto è legittimo solo nelle aree dichiarate esplicitamente “non idonee” dalle Regioni. Anche la Soprintendenza, pur dotata di ampi margini di discrezionalità, deve motivare adeguatamente ogni diniego, tenendo conto del valore pubblico degli impianti da fonti rinnovabili.

(Martedì 15 aprile 2025, dal “Quotidiano Giuridico”)

B3. Edilizia
Presentata una proposta di legge per regolamentare l’accesso all’attività imprenditoriale

È stata presentata alla Camera nel settembre 2024 una proposta di legge che punta a regolamentare l’accesso all’attività di impresa nel settore dell’edilizia. L’iniziativa nasce dall’esigenza, condivisa da mondo imprenditoriale e lavorativo, di porre fine a una situazione che consente, di fatto, a chiunque – anche senza esperienza, titoli di studio o preparazione – di operare in un comparto ad alta complessità e rischio come quello edile. Secondo i promotori del testo, l’Italia sconta la mancanza di un percorso formativo strutturato per chi intende avviare un’impresa nel settore, a differenza di quanto avviene in Paesi come Germania e Francia, dove la regolamentazione ha già portato a una significativa riduzione dei problemi nei cantieri. La proposta mira quindi a colmare questa lacuna, introducendo l’obbligo di una formazione preliminare e una serie di requisiti professionali e morali per accedere al mercato. Tra gli obiettivi principali della legge vi è quello di rafforzare la sicurezza dei lavoratori, attraverso un sistema di controllo più rigoroso e l’introduzione di responsabilità chiare per imprese, direttori dei lavori e committenti. Il testo riprende in parte una precedente iniziativa legislativa che nella XVI legislatura era già stata approvata in prima lettura alla Camera. La proposta, articolata in diciassette articoli, definisce i criteri per l’iscrizione delle imprese a una nuova sezione speciale delle camere di commercio, introduce la figura obbligatoria del responsabile tecnico con requisiti specifici e stabilisce sanzioni in caso di violazioni, oltre a norme transitorie per le imprese già attive. È previsto anche un sistema di monitoraggio per verificare l’efficacia della legge e la possibilità, per le regioni, di premiare le imprese che investono in formazione e responsabilità sociale.

L’iniziativa intende così dare un nuovo volto al settore delle costruzioni, promuovendo un’edilizia più qualificata, sicura e trasparente.

(Da www.governo.it)