Energy Release 2.0, via libera della Corte dei Conti con osservazioni: compliance aiuti di Stato UE e urgenza di regole operative
La Corte dei Conti ha ammesso lo schema di decreto sull’ “Energy release 2.0”, come emendato alla luce delle indicazioni della Commissione europea, aprendo la strada alla pubblicazione in Gazzetta a inizio novembre. Nel provvedimento i giudici contabili invitano il MASE, in sede attuativa e nel perimetro della propria discrezionalità, ad adottare i rimedi più idonei a garantire la piena conformità alla disciplina UE sugli aiuti di Stato destinati alle rinnovabili, evitando effetti distorsivi sulla concorrenza e sugli scambi e tutelando i diritti dei soggetti privati coinvolti nel meccanismo di sviluppo di nuova capacità da FER ai sensi dell’art. 1, comma 2, del D.L. n. 181/2023. Resta centrale la definizione della clausola di “claw back”, che impone la restituzione di eventuali extra-remunerazioni a fine del periodo ventennale tramite estensione automatica dei Contratti per Differenza (CfD): il GSE ha assicurato che l’assetto finale non snaturerà la ratio dello strumento e che si punta alla rapida adozione delle regole operative per la stipula dei contratti entro l’anno. Sul fronte industriale, Confindustria sollecita l’immediata pubblicazione delle regole e dei contratti per consentire l’avvio entro dicembre, contenere un differenziale di costo dell’energia stimato al 40% rispetto alla media UE e dare ossigeno alle filiere energy-intensive; in parallelo chiede lo sblocco del fondo TEsi da 600 milioni per la compensazione dei costi indiretti ETS entro il 2025, in linea con le prassi europee. Il quadro che emerge è di sostanziale semaforo verde, condizionato a una rigorosa compliance concorrenziale e a una tempestiva regolazione attuativa, fattori determinanti per l’effettiva bancabilità dei contratti e per la rapida traslazione dei benefici sui prezzi a carico delle imprese.
(Lunedì 27 ottobre 2025, da www.quotidianoenergia.it)
A2. Sicilia, aggiornate le regole VINCA: competenza più vicina ai Comuni e corrispondenza vincolata al titolare dell’intervento
Con il decreto 318/Gab del 27 ottobre, la Regione Sicilia ha aggiornato le procedure per la Valutazione di incidenza (VINCA) sui siti Natura 2000, con l’obiettivo dichiarato di snellire l’iter e chiarirne i passaggi amministrativi. Tra le principali novità figura l’obbligo che il proponente intrattenga le interlocuzioni esclusivamente con il soggetto pubblico o privato titolare dell’intervento, escludendo deleghe o intermediazioni verso altri attori progettuali. Sul piano delle competenze, per gli interventi ricadenti nei Comuni situati all’interno dei parchi regionali l’attivazione del procedimento potrà avvenire direttamente tramite l’ente parco, senza passaggio preliminare presso l’assessorato. Cambia anche il canale per le Zone di protezione speciale dedicate all’avifauna, con l’eccezione di quelle marine: le istanze dovranno essere presentate direttamente ai Comuni, in luogo della gestione regionale finora prevista. L’assessore all’Ambiente Giusi Savarino ha inoltre anticipato una revisione delle procedure di prevalutazione per le tipologie di progetti prive di potenziale incidenza su habitat e specie tutelati, in funzione di maggiore certezza applicativa e proporzionalità degli adempimenti. Il nuovo impianto procedurale, disponibile con relativo allegato, intende avvicinare la decisione ai territori, responsabilizzando i titolari degli interventi e riducendo i tempi di definizione nei casi a minore impatto, nel rispetto della tutela sostanziale dei siti della Rete Natura 2000.
(Mercoledì 29 ottobre 2025, da www.quotidianoenergia.it)
A3. Umbria, Protocollo PFAS: monitoraggio continuo delle acque potabili e anticipo degli adempimenti nazionali
La Regione Umbria ha sottoscritto il 29 ottobre un Protocollo d’intesa per il monitoraggio delle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) nelle acque destinate al consumo umano, coinvolgendo USL Umbria 1 e 2, i gestori Umbra Acque, SII Scpa e VUS, ARPA Umbria e l’AURI. L’atto, presentato dall’assessore all’Ambiente ed Energia Thomas De Luca, istituisce un sistema di campionamento e analisi continuativi, con avvio immediato e coordinamento inter-istituzionale, finalizzato a garantire un controllo uniforme dei parametri PFAS sul territorio regionale. Il protocollo assume rilievo anche sotto il profilo degli adempimenti normativi: la Regione anticipa la scadenza del 13 gennaio 2026 fissata a livello nazionale per l’adozione delle misure necessarie a garantire la conformità delle acque ai parametri di qualità per il consumo umano, prevedendo la produzione e la condivisione fra le parti, entro tale data, di una relazione tecnico-scientifica, cui seguirà la pubblicazione dei risultati sul portale lacquachebevo.it. In parallelo, AURI si impegna a inserire nei contratti di fornitura clausole preventive a tutela della salubrità dell’acqua. L’iniziativa, che l’assessore qualifica come prima in Italia per la continuità del monitoraggio “al rubinetto”, si accompagna alla sollecitazione al Governo di adottare una disciplina nazionale che vieti l’impiego dei PFAS, con l’obiettivo di rafforzare la protezione della risorsa idrica e la certezza informativa per utenti e operatori.
A4. Correttivo al Testo Unico FER senza intesa: il “no” della Sardegna blocca la Conferenza Unificata, ma l’iter prosegue per rispettare il PNRR
La seduta straordinaria del 29 ottobre della Conferenza Unificata si è conclusa senza intesa sul decreto legislativo correttivo e integrativo del D.Lgs. 190/2024 (Testo unico rinnovabili), per effetto del voto contrario della Regione Sardegna, determinante in quanto l’intesa richiede l’unanimità. Nonostante l’accoglimento da parte del MASE – con i ministeri co-proponenti – delle osservazioni regionali, comprese quelle condizionanti, e il parere favorevole degli enti locali, la Regione ha motivato il dissenso richiamando il contenzioso pendente dinanzi alla Corte costituzionale sulla legge regionale n. 20/2024 in tema di autorizzazioni e aree idonee, oltre all’incertezza del quadro di riferimento per le amministrazioni chiamate a rilasciare i titoli. Il presidente Calderoli ha segnalato l’effetto “di blocco” derivante dall’unanimità, pur a fronte di una volontà favorevole prevalente tra le altre regioni. Il mancato accordo non arresta tuttavia il procedimento: lo schema dovrà acquisire i pareri delle Commissioni parlamentari competenti entro il 20 novembre, per poi tornare in Consiglio dei ministri ai fini dell’approvazione definitiva, in coerenza con la scadenza PNRR di fine novembre. Sullo sfondo, la frattura con la Sardegna si innesta nel giudizio costituzionale già discusso il 7 ottobre e nel parallelo esame, in Consiglio regionale, di una proposta di modifica della l.r. 20/2024 che introduce anche una “mini-moratoria” di almeno 120 giorni nelle aree diverse da quelle idonee. Il quadro evidenzia la tensione tra l’esigenza di completare tempestivamente l’allineamento nazionale al diritto dell’Unione e la rivendicazione regionale di margini regolatori in materia localizzativa e autorizzativa, con possibili ricadute sul contenzioso e sulla certezza degli investimenti FER.
(Giovedì 30 ottobre 2025, da www.quotidianoenergia.it)