A.1 Il Consiglio di Stato sospende la norma sulle aree idonee per impianti rinnovabili
Il Consiglio di Stato, con ordinanza n. 7104 del 2024, ha accolto il ricorso di un operatore, sospendendo in via cautelare l’applicazione dell’art. 7, comma 2, lettera c) del decreto ministeriale del 21 giugno 2023, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 2 luglio 2024 (serie generale n. 153), almeno fino alla conclusione del giudizio di merito presso il TAR. La norma sospesa attribuisce alle Regioni la facoltà di confermare le aree idonee individuate ai sensi dell’art. 20, comma 8, del Dlgs 199/2021, oppure di non farlo, a loro discrezione. In sostanza, i giudici d’appello hanno stabilito che le Regioni non possono restringere ulteriormente la definizione delle aree idonee rispetto a quanto previsto in via transitoria dal suddetto art. 20, comma 8, fino alla decisione definitiva sul merito della controversia. L’udienza davanti al TAR Lazio, relativa ai ricorsi pendenti, è fissata per il 5 febbraio 2025. In attesa della pronuncia sul merito, l’ordinanza sospensiva blocca l’approvazione del provvedimento regionale attualmente in discussione al Consiglio Regionale della Sardegna e di altri provvedimenti simili che altre Regioni avevano pianificato di adottare a breve.
(Venerdì 15 novembre 2024, da Il Sole 24 Ore)
A.2 Le nuove proposte sul DL Ambiente
Il Decreto-legge Ambiente n. 153/2024 ha dato avvio a un ampio dibattito parlamentare, arricchito dalle proposte di enti e associazioni come Enea, Coldiretti, Cna e Federmetano, i quali puntano ad interventi sulla gestione dell’acqua, i rifiuti, i biocarburanti e gl’idrocarburi. Emergono urgenze e opportunità per costruire una filiera più sostenibile e capace di rispondere alle sfide della decarbonizzazione. Le recenti memorie depositate in Senato evidenziano posizioni diverse e specifiche: Enea, Coldiretti, Cna, Confartigianato e Cobat tessile concentrano le loro analisi principalmente su crisi idrica e gestione dei rifiuti, mentre Federmetano e le associazioni ambientaliste si soffermano rispettivamente su biocarburanti e idrocarburi. Sul tema idrico, Enea approfondisce l’articolo 3 del decreto, sostenendo una definizione di “acque affinate” che miri ad armonizzare la normativa e a rendere gli impianti di depurazione veri centri di recupero di risorse idriche e materiali secondari. Coldiretti propone di escludere le acque industriali dalla definizione e di coinvolgere i consorzi di bonifica nella gestione, consentendo loro di recuperare i costi. In tema di rifiuti, Coldiretti sottolinea l’importanza che il Rentri tenga conto delle peculiarità del settore agricolo, evitando oneri eccessivi, mentre Cna e Confartigianato chiedono di escludere alcune categorie dall’obbligo di iscrizione o semplificare la registrazione. Infine, Greenpeace, Legambiente e WWF esprimono preoccupazioni sugli idrocarburi, evidenziando la mancanza di limiti temporali nelle concessioni e la ridotta distanza delle piattaforme dalla costa. Federmetano propone invece di incentivare l’uso di biometano, chiedendo esenzioni sull’obbligo di immissione per i biocarburanti e una proroga fino al 2026 per favorire la decarbonizzazione.
(Venerdì 8 novembre 2024, dal Quotidiano Energia)
A.3 Materie prime critiche: riciclo essenziale per la competitività industriale italiana
Il riciclo delle materie prime critiche è cruciale per ridurre la dipendenza dell’Italia da fornitori esteri e promuovere una filiera domestica sostenibile. Uno studio di Iren e The European House Ambrosetti (Teha), presentato durante l’evento “La roadmap italiana per le materie prime critiche”, sottolinea che l’Italia perde oltre 1,6 miliardi di euro all’anno per il mancato recupero delle materie prime critiche. Per soddisfare fino al 32% del fabbisogno nazionale entro il 2040, è essenziale migliorare la raccolta e il riciclo dei Raee (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche). Secondo Teha, l’Italia deve incrementare l’intercettazione dei Raee, costruire nuovi impianti di trattamento e incentivare l’uso dei materiali recuperati nelle industrie nazionali. La transizione ecologica comporterà un aumento dei rifiuti – come pannelli solari e batterie – rendendo urgente ottimizzare il recupero. È, inoltre, cruciale rafforzare la tracciabilità dei Raee per contrastare flussi non ufficiali e sensibilizzare il pubblico sull’importanza del riciclo. In ambito industriale, l’Italia eccelle nella prima lavorazione meccanica dei Raee, ma gran parte dei materiali critici recuperati viene esportata. Dunque, investire in impianti avanzati per processare internamente i Raee e gestire le frazioni residuali migliorerebbe la sicurezza e la competitività della filiera nazionale. Infine, lo studio evidenzia la necessità di creare incentivi per riutilizzare le materie prime seconde, favorendo una fiscalità agevolata e obblighi progressivi per le industrie. Cooperazione europea e un mercato unico delle materie prime seconde, come raccomandato dal rapporto Draghi, sono essenziali per ridurre la dipendenza italiana dalla Cina, che fornisce il 56% delle materie critiche. Un approccio sinergico e l’economia circolare possono far crescere la competitività italiana, promuovendo un modello sostenibile di filiera.
(Venerdì 8 novembre 2024, dalla Staffetta Quotidiana)
A.4 Diffida alle aree idonee Fer: le società energetiche contestano la Sardegna
Il Consiglio regionale della Sardegna è stato scosso da una diffida di due importanti società energetiche, Rwe Renewables Italia e Sardegna Green Energy, che hanno chiesto di sospendere i lavori sul Ddl riguardante le aree idonee per gli impianti FER (Fonti Energetiche Rinnovabili) fino a una decisione del Consiglio di Stato sul ricorso contro il decreto ministeriale del 21 giugno 2024. La Sardegna Green Energy ha anche contestato la legge regionale che impone una moratoria di 18 mesi sugli impianti. Il presidente del Consiglio, Piero Comandini, ha respinto le diffide, definendole irricevibili e minacciose. La presidente della Regione, Alessandra Todde, ha sottolineato che queste diffide rappresentano un pericolo per la democrazia e l’autonomia regionale, rifiutandosi di permettere che le grandi aziende influenzino le decisioni legislative. Le opposizioni, in particolare Forza Italia, hanno criticato il Ddl, annunciando di non partecipare alla discussione, mentre altri esponenti della maggioranza hanno difeso la legge come un equilibrio tra sviluppo energetico e protezione del patrimonio sardo. I lavori sono stati sospesi, con una nuova convocazione prevista per il pomeriggio stesso dello scorso 12 novembre 2024.
(Martedì 12 novembre 2024, del Quotidiano Energia)
Società, Banca e impresa
B.1 L’onere della prova nelle controversie sui tassi usurari
Con ordinanza dell’11 novembre 2024, la Corte di cassazione civile, in materia di interessi usurari, ha ribadito che l’onere della prova grava sul debitore che ne eccepisce la natura usuraria. A norma dell’art. 2697 c.c., il debitore è tenuto a produrre elementi probatori specifici, quali il tipo contrattuale, la clausola sugli interessi, il Tasso Effettivo Globale Medio (T.E.G.M.) vigente e gli interessi applicati in concreto. Il tasso soglia, stabilito dai decreti ministeriali, non può essere considerato fatto notorio e deve essere documentato. L’inosservanza dei termini probatori imposti dal giudice preclude la produzione di nuovi elementi in appello, salvo eventuali osservazioni difensive (art. 195, comma 3, c.p.c.). Tale impostazione rafforza la tutela della certezza processuale e la necessità di un’adeguata dimostrazione della lesione per il riconoscimento della nullità contrattuale per usura.
(Cassazione civile, Sez. III, ordinanza dell’11 novembre 2024, n. 26525, dal Quotidiano Giuridico)
Edilizia
B.2 Responsabilità per abusi edilizi su suoli demaniali
Con sentenza del 4 novembre 2024 il Consiglio di Stato ha stabilito che la responsabilità per abusi edilizi su suoli demaniali grava sul soggetto che, pur non avendo materialmente realizzato l’abuso, ha tollerato la permanenza dell’opera abusiva, beneficiandone, e non ha ottemperato agli ordini di demolizione ricevuti. Tale responsabilità si estende anche a coloro che, successivamente, assumono la disponibilità del bene e non procedono alla rimozione dell’abuso. Pertanto, l’ordine di demolizione può essere rivolto sia all’autore materiale dell’abuso sia a chi detiene la disponibilità attuale del bene, a prescindere dal titolo giuridico che legittima la detenzione. Questo principio evita che la responsabilità possa essere elusa mediante cessioni fittizie o estinzione della società responsabile.
(Consiglio di Stato, Sez. III, sentenza del 4 novembre 2024, n. 8747, dal Quotidiano Giuridico)
Amministrativo
B.3 Limiti della competenza legislativa regionale in materia di pianificazione urbanistica e contratti pubblici
Con sentenza del 7 novembre 2024 la Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale di alcune disposizioni della L.R. Sardegna n. 17 del 2023 che derogano a norme fondamentali in materia di edilizia, urbanistica e contratti pubblici. In particolare, l’art. 4, comma 1, lettera a), nella parte che consente il superamento degli indici volumetrici, vìola il principio della pianificazione urbanistica unitaria e della tutela degli standard urbanistici, i quali costituiscono norme di riforma economico-sociale, le quali vincolano le competenze regionali. Inoltre, l’art. 7, comma 16, imponendo requisiti minimi per l’ammissione di offerte tecniche, comprime l’autonomia delle stazioni appaltanti in materia di tutela della concorrenza, ambito riservato alla legislazione statale. La Corte, dunque, stabilisce che la legislazione regionale non può derogare a norme nazionali quando queste tutelino interessi unitari e concorrenziali.
(Corte costituzionale, sentenza del 7 novembre 2024, n. 174, dal Quotidiano Giuridico)